Stenosi degenerativa lombare

La stenosi degenerativa lombare si determina con il progredire dell’età, e il progressivo rilassamento dei tessuti che nel tempo tendono a diventare meno flessibili. I dischi intervetrebrali, responsabili della funzione di ammortizzazione delle forze esercitate sui corpi vertebrali, sclerotizzano e si assottigliano. Le strutture ossee di ispessiscono, spesso a causa del maggiore carico cui sono sottoposte, e gli spazi in cui sono alloggiati il midollo spinale e le radici nervose diventano angusti perchè le strutture legamentose e ossee premono su di essi. Secondo stime recenti, l’8% della popolazione mondiale soffre di stenosi degenerativa lombare mentre il 15% e il 5% delle persone con mal di schiena che si rivolge, rispettivamente, a uno specialista o al medico di base, scopre dopo la visita di avere una stenosi degenerativa lombare.

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Il termine “stenosi” indica un restringimento del canale vertebrale e dei forami di coniugazione da cui escono le strutture nervose e questo determina una compressione o uno schiacciamento del midollo spinale e delle radici nervose, causando sintomi quali:

  • Mal di schiena che si può irradiare alle gambe
  • Intorpidimento e formicolio a gambe, polpacci o natiche
  • Debolezza o perdita dell’equilibrio
  • Ridotta resistenza durante l’attività fisica


I sintomi generalmente si alleviano sedendosi, piegandosi in avanti o mettendo i piedi in posizione sollevata, poichè piegando la schiena si determina in modo naturale un’apertura dello spazio del canale vertebrale.

I trattamenti terapeutici tradizionali comprendono:

  • Trattamento conservativo (non chirurgico). Pazienti affetti da DLSS di entità da lieve a moderata possono conseguire riduzione del dolore, ricorrendo a specifici farmaci, terapia fisica e iniezioni spinali. Nel tempo, però, il progredire della malattia rende tali trattamenti meno efficaci, portando a valutare l’ipotesi di un trattamento chirurgico
  • Chirurgia decompressiva (approccio invasivo). Avviene tramite rimozione di osso e tessuti molli e successiva stabilizzazione del tratto anatomico


Ma oggi gli specialisti della colonna hanno a disposizione una nuova arma per trattare la patologia in fase precoce, dopo il fallimento del trattamento conservativo: è possibile infatti utilizzare uninnovativo dispositivo in grado di alleviare la sintomatologia dolorosa associata a quella che gli esperti definiscono la patologia vertebrale del 21° secolo.

Il nome del nuovo dispositivo è AperiusTM PercLIDTM, ed è caratterizzato dalle sue peculiarità: può essere impiantato utilizzando un approccio percutaneo (l’accesso al sito di impianto è effettuato attraverso una piccola incisione della cute). Può essere impianto in alcuni pazienti utilizzando l’anestesia locale, con relativo minimo disagio e può essere impiantato velocemente. Il risultato è il ripristino della distanza tra i processi spinosi, dando nuovo spazio alle strutture nervose ed eseguendo in questo modo semplice una decompressione senza rimozione di tessuto. Grazie alla sua forma e alle strutture anatomiche circostanti, si adatta nell’area di interesse e determina una immediata risoluzione della sintomatologia (infiammazione, limitazioni della funzionalità vertebrale, dolore lombare, difficoltà nei movimenti, intorpidimenti e crampi dell’arto inferiore, incapacità di camminare o stare in piedi a lungo).

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AperiusTM PercLIDTM apre quindi una nuova dimensione nell’ambito della decompressione interspinosa, offrendo l’opzione terapeutica meno invasiva attualmente disponibile.

La scomparsa dei sintomi dolorosi a carico delle gambe si percepisce, generalmente, da 24 a 48 ore dopo la procedura. Il paziente può alzarsi e camminare entro 48 ore dall’intervento chirurgico.

Benefici di AperiusTM PercLIDTM

  • Determina un’immediata scomparsa del dolore senza chirurgia invasiva
  • Il rischio associato alla procedura è molto basso e comporta una minima perdita ematica
  • E’ una procedura breve e semplice che lascia aperte altre opzioni terapeutiche future
  • E’ una procedura che richiede un breve ricovero ospedaliero
  • Consente un veloce recupero da parte del paziente e quindi un rapido ritorno alle attività quotidiane