
Storia dei disturbi dell’articolazione sacroiliaca (SI)
I disturbi dell’articolazione sacroiliaca (SI) e i sintomi associati sono ben noti da oltre un secolo. In effetti, nei primi anni del 1900, sintomi che sembravano provenire dalla schiena venivano frequentemente attribuiti all’articolazione sacroiliaca (SI) e per trattarla venivano adottate procedure di chirurgia a cielo aperto.
Nel 1934, veniva pubblicato un articolo sul disco spinale come fonte di dolore alla schiena. Come conseguenza, il trattamento del disco diventava l’operazione più comune per i chirurghi ortopedici e l’articolazione sacroiliaca (SI) veniva praticamente dimenticata.1 Ora, 70 anni più tardi, i chirurghi ortopedici e della colonna hanno riconosciuto che il disco non è l’unica fonte di lombalgia (LBP).
In base ai dati scientifici, è comune percepire il dolore proveniente dall’articolazione sacroiliaca come dolore da disco o da lombalgia. Per evitare un intervento chirurgico spinale lombare non necessario, i problemi dell’articolazione sacroiliaca devono essere fortemente considerati nella diagnosi di lombalgia.2
- Mixter, WJ, and JS Barr. “Rupture of the Intervertebral Disc with Involvement of the Spinal Canal.” New England Journal of Medicine 211, no. 5 (1934): 210-215.
- Weksler, Velan, et al. Il ruolo della disfunzione dell’articolazione sacroiliaca nella genesi della lombalgia: l’ovvio non è sempre giusto. Archives of ortho and trauma surgery. 2007 Dec; 10(127) 858-88
Diagnosi dell’articolazione sacroiliaca come fonte di sintomi
I problemi dell’articolazione sacroiliaca (SI) richiedono un’appropriata interpretazione dell’anamnesi, dei risultati degli esami clinici e degli studi di imaging di un paziente. Spesso una condizione patologica dell’anca e una patologia lombare coesistono con la patologia dell’articolazione sacroiliaca. Durante l’esame fisico, i pazienti con problemi all’articolazione sacroiliaca mostrano almeno uno dei seguenti sintomi (o tutti):
- Dolore alla zona lombare (sotto L5)
- Sensazioni a un’estremità inferiore: dolore, intorpidimento, formicolio, debolezza
- Dolore a pelvi/natiche
- Dolore all’anca/inguine
- Sensazione di instabilità delle gambe (piegatura, cedimento)
- Disturbi dei modelli di sonno
- Disturbi delle posizioni di seduta (impossibilità a sedersi per lunghi periodi, seduta su un solo lato)
- Dolore nel passaggio da seduti alla posizione eretta
Esame dell’articolazione sacroiliaca
- Diagnosi differenziale per escludere altre cause di dolore
- Esame della colonna lombare negativo
- Esame dell’anca negativo
- In posizione eretta, il paziente deve indicare il punto in cui avverte dolore (test di Fortin)
- Ipersensibilità in corrispondenza del solco dell’articolazione sacroiliaca
- Dolore sul lato che sostiene il peso in seguito al test di equilibrio su una gamba sola
- Sollevamento attivo della gamba estesa positivo
- Dolore alla palpazione al di sotto della spina iliaca superiore posteriore
- Test di provocazione1
- 3 su 5 positivi (Distrazione, Scivolamento posteriore, FABER, Compressione, Gaenslen)
- Iniezioni diagnostiche nell’articolazione SI
- Szadek, Karolina M, et al. “Validità diagnostica dei criteri per il dolore all’articolazione sacroiliaca: una revisione sistematica.” The Journal of Pain: Official Journal of the American Pain Society 10, no. 4 (April 2009): 354-368.
Quando le opzioni non chirurgiche falliscono
Il sistema di impianto iFuse è stato sviluppato come opzione chirurgica minimamente invasiva per i pazienti sui quali le opzioni non chirurgiche hanno fallito. Negli ultimi anni sono state eseguite oltre 20.000 procedure.
Il Sistema di impianto iFuse è concepito per la fusione dell’articolazione sacroiliaca. Al Sistema di impianto iFuse sono associati rischi potenziali. Potrebbe non essere appropriata per tutti i pazienti e tutti i pazienti potrebbero non trovare benefici. Per informazioni sui rischi, visitare: www.si-bone.it/rischi
Il sistema di impianto iFuse® consiste in impianti in titanio e in strumenti chirurgici associati. Tipicamente, i pazienti ricevono tre impianti triangolari in titanio. Le lunghezze degli impianti disponibili variano da 30 mm a 70 mm a incrementi di 5 mm. Questi impianti vengono posizionati a livello dell’articolazione sacroiliaca utilizzando un sistema di erogazione cannulato progettato in modo da proteggere i tessuti molli. L’intervento chirurgico viene eseguito attraverso un’incisione di 2-3 cm.
I vantaggi potenziali di iFuse
- L’approccio di chirurgia minimamente invasiva (MIS) è meno invasivo rispetto al tradizionale intervento chirurgico di fusione e non prevede un’estesa movimentazione dei tessuti molli.
- Il profilo triangolare dell’impianto riduce al minimo la rotazione
- Un’interferenza inserita tra l’impianto e le pareti ossee adiacenti
- Il rivestimento poroso in TPS (Titanium Plasma Spray) consente la fissazione biologica
- Tecnologia TPS utilizzata per decenni in altre applicazioni medicali quali ortopedia e dentistica
- Progettato specificamente per stabilizzare e fondere l’articolazione sacroiliaca pesantemente caricata
- La costruzione in titanio rigido e la geometria dell’impianto forniscono una immediata stabilizzazione
- Più di una trenta di articoli pubblicati, peer-reviewed dimostrano la sicurezza e l’efficacia della procedura iFuse.*
Con il sistema di impianto iFuse, non esiste alcuna necessità di
- Preparazione dell’articolazione prima dell’impianto
- Innesto osseo BMP o autologo
- Ulteriori viti peduncolari e barre
- Viti di ancoraggio modulare cave
- Viti a compressione cannulate
- Gabbiette filettate all’interno dell’articolazione
- Viti di fissazione per fratture
Possibili vantaggi rispetto alla tradizionale fissazione chirurgica dell’articolazione sacroiliaca
- Dimensione ridotta dell’incisione
- Minore movimentazione dei tessuti molli
- Irritazione tendinea minima
Possibili vantaggi di una procedura di chirurgia minimamente invasiva
- Procedura MIS con incisione di piccole dimensioni
- Forare, sollevare, inserire iFuse e chiudere
- Sistema di erogazione cannulato
- Minima perdita di sangue
Il Sistema di impianto iFuse è concepito per la fusione dell’articolazione sacroiliaca. Al Sistema di impianto iFuse sono associati rischi potenziali. Potrebbe non essere appropriata per tutti i pazienti e tutti i pazienti potrebbero non trovare benefici. Per informazioni sui rischi, visitare: www.si-bone.it/rischi
* Polly, D.W. et al., Neurosurgery. 2015.— Il dott. Polly è un partecipante attivo dello studio clinico di ricerca sponsorizzato da SI-BONE. Non ha alcun coinvolgimento finanziario in SI-BONE. La ricerca è stata finanziata da SI-BONE, Inc. Un elenco di ulteriori studi pubblicati è disponibile sul sito www.si-bone.com/it/risultati
Fusione minimamente invasiva dell’articolazione sacroiliaca
Il Sistema di impianto iFuse è concepito per la fusione dell’articolazione sacroiliaca. La procedura tipicamente implica l’inserimento di tre piccoli impianti in titanio attraverso l’articolazione sacroiliaca ed è progettata per stabilizzare e fondere l’articolazione sacroiliaca. Le lunghezze dell’impianto variano da 30 mm a 70 mm con incrementi di 5 mm con diametri di 4,0 e 7,0 mm. Questi impianti vengono posizionati a livello dell’articolazione sacroiliaca utilizzando un sistema di erogazione cannulato e strumenti che proteggono i tessuti molli. Questa procedura minimamente invasiva viene eseguita attraverso una piccola incisione e richiede circa un’ora per la sua esecuzione. iFuse può potenzialmente ridurre al minimo le complicanze spesso riscontrate con la chirurgia a cielo aperto, ridurre le perdite di sangue e ridurre la lunghezza media del ricovero ospedaliero.
La seguente tecnica chirurgica descrive i passaggi per l’impianto degli impianti iFuse.
Oltre trenta articoli pubblicati elencati di seguito trattano della sicurezza e dell’efficacia del sistema iFuse Implant. iFuse è il solo sistema di fusione dell’articolazione SI con risultati pubblicati di uno studio clinico controllato randomizzato e il solo con studi clinici a dimostrazione che il trattamento ha migliorato il dolore, la funzione e la qualità della vita del paziente. Le misure dei risultati comprendono la scala analogica visiva (VAS), l’indice di disabilità di Oswestry, la qualità della vita (SF-36) e la soddisfazione del paziente con l’intervento chirurgico. Una revisione indipendente del database dei reclami dell’azienda con informazioni su oltre 5000 procedure documenta un basso tasso di reclami e un basso tasso di revisione. Le seguenti tabelle di riepilogo comprendono pazienti che sono stati sottoposti alla procedura iFuse per dislocazioni dell’articolazione sacroiliaca o sacroileite degenerativa.